"Se i prezzi degli appartamenti non cominceranno a scendere, i giovani italiani non si scrolleranno mai di dosso la loro fama di mammoni".
MEGLIO MAMMONI CHE CORNUTI
Il "grido di dolore" del "sesso forte" che fu


  Risultò alquanto semplicistica l'affermazione apparsa qualche anno fa sulla stampa, in cui l'autore era giunto a concludere che un mercato immobiliare più accessibile avrebbe incentivato i giovani ad acquistare casa e a sistemarsi per conto proprio. Vi aveva fatto in séguito eco l'affermazione alquanto infelice di Tommaso Padoa Schioppa in veste di ministro dell'Economia, che aveva dato dei "bamboccioni" ai giovani italiani per la loro riluttanza a staccarsi dalla famiglia di origine.
  Ciò non vuol dire che non vi sia un nesso tra il caro prezzi degli appartamenti e la prolungata permanenza dei giovani presso i propri genitori, tuttavia non vi è soltanto il fattore economico alla base di ciò. Innanzitutto, non è una consuetudine italiana quella di allontanarsi dalla famiglia di origine prima del matrimonio. In Occidente è normale che la gran parte dei giovani di ambo i sessi, una volta maggiorenni, vadano ad abitare per conto proprio o con altri giovani, ma bisogna anche tenere presente che vi è tutt'altro tenore di affettività tra genitori e figli nell'Europa che ci ostiniamo a voler imitare a tutti i costi. Basterà andare presso una famiglia inglese media, per esempio, per accorgersi di come sia tutt'altra l'atmosfera che vi regna rispetto a quella dei nostri focolari domestici. Non ci vorrà infatti molto per aver l'impressione di essere in una specie di ufficio, in cui genitori e figli sembrano parlare come tra colleghi anziché membri di una famiglia. E quando i figli sono piccoli, eccoci nella brutta copia di un'aula di scuola. Inoltre, nel mondo occidentale propriamente detto, il rapporto con le altre persone di pari grado è molto meno rilevante che in Italia o, più in generale nell'area mediterranea. In occidente sono esigenze di tipo logistico-pratico a mettere in contatto le persone tra di loro, mentre solo ad alti livelli subentra il piacere del conversare come lo si intende in Italia.
  Ciò premesso, non è difficile immaginare la facilità con cui, una volta raggiunta la maggiore età, i figli, spesso incentivati dagli stessi genitori, intraprendano una vita autonoma, per altro non allarmati dalla prospettiva di rimanere anche da soli. In Italia ciò accade per lo più in caso di trasferimento ad altro luogo per ragioni di lavoro o di studio (in quest'ultimo caso per un tempo limitato); diversamente, specie per i maschî, notoriamente più fragili dinanzi alla solitudine, viene sostanzialmente meno la ragione per affrontare le spese di gestione di una casa propria rinunciando alla vicinanza dei familiari, a meno che non sopraggiunga l'anima gemella e quindi il matrimonio. Accade però che, nell'Italia delle "veline" e di quant'altro all'intorno, quest'ultima prospettiva sembra non dare più le garanzie di cui in passato, preso com'è il "gentil sesso" di un tempo dalla folle corsa verso storie e carriere di sogno. Di qui il numero crescente di ragazze italiane che scelgono di seguire le loro coetanee occidentali lasciando la casa dei propri genitori per vivere da sole quale segno di emancipazione e di indipendenza personale alla ricerca di emozioni forti e amori ed amoretti che contano, meglio se, per così dire,  con un sottofondo musicale per portafoglio a fisarmonica. E così per i maschietti meno fortunati e meno introdotti nel bel mondo, non resta che rimanersene a casa con papà e mamma, ove continueranno almeno a trovare affetto domestico e comodità logistiche, nonché sicuro rifugio dall'umiliazione delle corna. Altro che caro-affitti o caro immobili...!  (G.L. Ugo)


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