Sfida il Golia dell'integrazione scolastica
È IL DAVIDE DELLA NUOVA SCUOLA PER NON-VEDENTI
Presto a Padova la scuola per ciechi di nuova concezione


Dopo la chiusura in massa degli istituti scolastici per ciechi voluta dai soliti sessantottini e dintorni, potrebbe aprire forse già da quest'anno a Padova la prima scuola primaria per non-vedenti di nuova generazione a cura della Fondazione Guderzo, presieduta da Davide Cervellin.
  Immediate le critiche da parte dei soliti fanatici dell'integrazione (si fa per dire) a tutti i costi, apologeti della scuola "pentolone", capaci solo di rispondere che "non sono d'accordo" (tipica frase sessantottesca) a qualsiasi opinione o proposta si avanzi loro, paladini di un inserimento scolastico frutto più dell'ideologia che di una reale prospettiva di integrazione. Vi sono state poi Critiche in direzione espressamente dello stesso Cervellin, in quanto titolare di una ditta commercializzatrice di prodotti per l'autonomia dei ciechi e degli ipovedenti, ritenuto perciò interessato alla creazione della nuova struttura scolastica, in cui ed attraverso la quale piazzare i prodotti commercializzati dalla sua azienda.
  Diremo subito, a scanso di equivoci, che non è nostra intenzione entrare nel merito di quest'ultima polemica. Come già in precedenza, ci preme piuttosto ribadire quanto veniva affermando in passato il grande Augusto Romagnoli, padre della tiflopedagogia italiana, il quale, seppure idealmente favorevole alla coeducazione degli alunni non-vedenti assieme ai loro compagni vedenti, prendeva egualmente atto che solo dopo una sostanziosa propedeusi durante il ciclo primario presso una scuola specializzata e con insegnanti in grado di seguire passo passo l'alunno non-vedente, costui potrà in séguito aspirare a pieno titolo ad un'integrazione seria e non raffazzonata alla bell'e meglio, con i libri di testo che arrivano (se va bene) dopo Natale, perché sono ancora in corso di trascrizione, o gli insegnanti di sostegno che ora ci sono ora non ci sono, a seconda di come tira il vento della politica. Altro era quando i loro colleghi di qualche anno prima uscivano dalla Scuola di Metodo di Roma dopo un biennio di specializzazione, e che specializzazione!
Resta piuttosto da capire quali saranno le scelte in materia di eventuale convitualità per gli alunni provenienti da fuori Padova. È in effetti sperabile che l'esperienza dei vecchî istituti sia sufficientemente di monito ad evitare per i nuovi alunni periodi di prolungata permanenza lontano dalle rispettive famiglie in situazioni di poco edificante promiscuità, il che vanificherebbe i buoni propositi dell'iniziativa di Cervellin e di eventuali iniziative analoghe a seguire.   Resta al contrario l'auspicio che l'iniziativa di Padova segni un giro di boa dopo anni di tira e molla sulla pelle di chi non vede ed abbisogna dell'adeguata preparazione che una scuola qualsiasi non sarà mai in grado di fornirgli se non a spizzichi e bocconi. Sarà forse la volta buona che gli alunni disporranno finalmente dei testi in braille sin dal primo giorno di scuola e non dovranno aspettare la Befana o fors'anche carnevale per iniziare a studiare. (G.L. Ugo)


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