CROAZIA: CHIUDONO LE SCUOLE ITALIANE
È di fine 2014 la notizia che la Croazia ha deciso di chiudere tutta una serie di scuole italiane in
Istria, nonostante gli accordi bilaterali, tante promesse e la sua recente adesione all’ Unione Europea.
Scrive Marc o Zacchera ne "IL PUNTO", n. 508:
“Per motivi economici” a Pola, Rovigno, Buie e Fiume spariranno le classi nelle scuole superiori con meno di sette alunni che parlano come prima lingua
l’italiano e poiché la Croazia sta eliminando l’italiano ovunque (anche nella toponomastica stradale che invece doveva essere bilingue nelle ex zone italiane)
è evidente che sempre meno ragazzi accettano di essere discriminati e considerati cittadini di serie B.
Se – nel perdurante silenzio del nostro governo – passerà il principio, anche per le scuole elementari spariranno presto le scuole italiane di Momiano,
Sizzano, Valle, Verteneglio, Bassania e Cittanova. Secondo la comunità italiana in Istria questo sarebbe il “grazie” di Zagabria a Roma per gli investimenti
che negli anni scorsi erano stati sostenuti dalle nostre comunità per l’ammodernamento delle scuole italiane a tutela della nostra minoranza linguistica.
Una vergogna, altro che “spirito europeo”!
Ciò letto, ci chiediamo se mai la neo-commissaria europea agli Esteri, Federica Mogherini, nel suo multiforme ruolo sia stata messa al corrente della decisione di Zagabria, dal momento che non risulta esservi stata da parte sua una presa di posizione ufficiale al riguardo. Del resto i governi che hanno retto le sorti d'Italia in gran parte del Secondo Dopoguerra non hanno proprio eccelso nella difesa dei patrî interessi, ad iniziare dai confini (il trattato di Osimo del novembre 1975 con la Jugoslavia di Tito ne è palese dimostrazione).
Del resto, quel trattato fu frutto di precisi intenti maturati in occasione della Conferenza di Helsinki sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Tito godeva dell'indiscusso favore degli Occidentali, che non avevano di certo i medesimi umori nei confronti dell'Italia, perennemente succuba del proprio trascorso di paese sconfitto nel II conflitto mondiale.
Ora, che una sorta di mai del tutto sopita italofobia continui a serpeggiare in seno agli ambienti specie occidentali e loro dintorni, complici i sensi di colpevolezza consolidatisi in Italia attraverso retoriche becero-europeiste e becero-internazionaliste, è un pensiero che sembra voler gradualmente prender piede tra gli Italiani più attenti, che in ciò potrebbero individuare almeno in parte la causa del generale silenzio su quanto starebbe orientando il governo croato verso la minoranza italiana. (G.L. Ugo)
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