IL RISCHIO DI ESCLUSIONE DAL LAVORO DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI
realta' ed ipotesi di soluzioni


  È il titolo del convegno organizzato dall'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e dal sindacato UILPA, e svoltosi lo scorso 28 novembre presso l'Aula Consiliare dell'Amministrazione Provinciale di Roma.
  Le nuove tecnologie hanno cancellato le professioni tradizionali dei ciechi e degli ipovedenti e quelle nuove stentano a decollare con il risultato che, come scrive Tommaso Daniele, presidente nazionale dell'UICI, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Enrico Giovannini, "il rischio di esclusione sociale non è più soltanto una ipotesi ma una dura e triste realtà."
  Coordinato da Luce Tommasi, giornalista RAI, dopo i saluti delle autorità, il convegno ha visto succedersi sul palco dei relatori esponenti del mondo politico e sindacale, i quali hanno illustrato alcuni tra i diversi aspetti del problema, nonché le nuove professioni istituzionalmente riconosciute come equipollenti, per esempio, a quella di centralinisti, sinora la più comunemente svolta dai disabili visivi, e che la progressiva automazione della telefonia va riducendo sempre più quale prospettiva occupazionale per gli stessi.
  Com'era invece prevedibile, non v'è stato il minimo accenno all'attività imprenditoriale, un argomento che, salvo qualche caso per lo più nell'ambito degli ausilî stessi per non e ipovedenti continua a rimanere tabù, ed al quale, al contrario, P.d.M. ha voluto dedicare un lungo articolo da cui si evince l'importanza per ciechi e ipovedenti di guardare all'impresa quale opportunità di realizzazione economica nonché di crescita relazionale.


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